Adolescence è una miniserie televisiva britannica del 2025 ideata da Jack Thorne e Stephen Graham. Adolescence analizza la violenza adolescenziale e ne dipinge un ritratto molto crudo, gettando pesanti ombre sull’esperienza della genitorialità.
Non è solo un thriller psicologico ma anche una riflessione dolorosa e disturbante sulla fragilità dell’adolescenza e sul modo in cui la società l’affronta. Adolescence è ambientata in una tranquilla cittadina britannica la cui normalità è sconvolta all’improvviso dal ritrovamento del corpo di Katie , una quattordicenne molto conosciuta e amata ,in un parco . Un altro adolescente di soli tredici anni Jamie viene arrestato con la pesante accusa di omicidio. La comunità cittadina all’inizio si mostra solidale con il giovanissimo accusato e la sua famiglia ,ma poi si trasforma in un ambiente ostile fomentata anche da media e dai social network. Infatti Jamie è da tutti ritenuto colpevole e pubblicamente condannato prima ancora che il processo sia celebrato in tribunale.
Adolescence diventa così la drammatica narrazione di un evento che potrebbe riguardare chiunque abbia un figlio adolescente. La narrazione, cioè, della vita di una famiglia il cui equilibrio è sconvolto dall’accusa per omicidio del proprio figlio tredicenne ai danni di una sua coetanea uccisa a coltellate.
Jamie potrebbe essere il figlio, il compagno di classe di chiunque: ha un padre ed una madre presenti ed è stato allevato come tanti bambini prima di lui. A scatenare l’angoscia nei telespettatori ,oltre alla trama sconvolgente, è proprio il rifermento costante al contesto sociale in cui Jamie è cresciuto.
Ciascuno dei quattro episodi in cui è suddivisa la miniserie pone l’attenzione del telespettatore su un aspetto o sui personaggi coinvolti, passando dal giorno dell’arresto ai compagni di scuola di Jamie, per andare poi ad una lunga seduta con una psicologa per analizzare il comportamento del ragazzino fino a mettere in discussione tutta la sua famiglia.
Adolescence ha quindi tra gli obiettivi di indurre ad interrogarsi sulle giovani generazioni, su cosa stia loro accadendo in seguito soprattutto alla crescente pressione che subiscono quotidianamente da internet e dai social. A questo proposito lo psicologo e sociologo Paolo Crepet ha dichiarato che i social network sono “ dei moltiplicatori di violenza incredibili, macchine infernali che tirano fuori la cattiveria, l’indifferenza nei confronti del prossimo e la volontà di visibilità”. Crepet ha inoltre puntualizzato che a suo avviso “ il governo dovrebbe vietare l’uso dei social fino a 16 anni.”